Quando si lavora si accumulano dati, anche importanti. Si deve prendere l’abitudine di conservarli nel migliore dei modi. Qualche consiglio.
Utilizzare un computer significa produrre e catalogare testi, immagini, video, messaggi, documenti (fatturazioni, elenchi di fornitori con relative generalità, preventivi, piani, database), in generale materiale fondamentale per la sopravvivenza di un’azienda, così come per l’attività di qualsiasi professionista.
Archiviarli potrebbe non bastare: purtroppo i pc, per quanta attenzione poniamo nel maneggiarli, sono soggetti a urti e cadute, guasti e contaminazioni informatiche, nonché furti e perdite; per non parlare di incidenti imprevedibili, tipo gli incendi. Eventualità non auspicabili, ma esistenti, che minacciano di compromettere l’integrità e l’ordine dei nostri schemi, e di conseguenza la nostra serenità. Che fare, dunque, per mettersi al sicuro? Semplice, bisogna preservarsi. Sai cos’è un backup? Gli esperti di Giga.it non solo sanno spiegartelo, ma possono suggerirti una nutrita gamma di varianti di questa operazione.
Di che si parla?
È una procedura semplice, da effettuare periodicamente (meglio se la cadenza è almeno quotidiana), a complemento della realizzazione di copie di sicurezza (ne fai, vero?), che devono rimanere l’ultima spiaggia. Oggi esistono diversi strumenti che ti permettono di agire in tal senso, con scrupolo e velocemente, perfino con la possibilità di verificare in tempo reale se tutto è andato per il verso giusto. Se ti rivolgi a chi è del mestiere, troverai la soluzione più adatta a te.
Il contesto aziendale
Ciascuno di noi, avvezzo a servirsi del proprio laptop, potrebbe ovviare agli inconvenienti trasferendo giornalmente i nuovi dati su un hard disk esterno. Ma in un sistema aziendale condiviso, sul quale intervengono tanti impiegati, non è opprtuno abbozzare o affidarsi a salvataggi manuali che possono essere facilmente tralasciati per dimenticanza: ci vuole lungimiranza!
Che cosa occorre
Va da sé che nel tuo armamentario non deve mancare un server (o un network attached storage, altrimenti chiamato NAS), che ti consentirà di proteggere i dati. Ma è consigliato pure un software appositamente concepito per il backup, di quelli a pagamento (le versioni gratuite hanno solo funzioni basilari, e il recupero rapido e senza sorprese del materiale non è garantito; non c’è nemmeno in dotazione il report finale di cui accennavamo poc’anzi). Inoltre, è chiaro che una buona e frequente manutenzione scongiura una parte di seccature, e lo stesso vale per l’applicazione di un affidabile trattamento antivirus.
Alcune distinzioni
Lo stiamo già affermando fra le righe: se riesci a moltiplicare i salvataggi, è meglio. Disporre di più copie, ubicate in differenti luoghi (virtuali o meno), ti darà ulteriore tranquillità. Specificato ciò, devi tenere conto del prezzo del servizio (commisurato alla mole di file che si producono ogni dì, al tipo di server impiegato e all’urgenza del ripristino dei dati), variabile anche a seconda delle opzioni richieste: quante copie ti servono?
Quanto spesso, una o più volte al giorno? Quanto sono vecchi gli elementi da recuperare (risalgono a ieri o all’anno scorso)? Quante e quali periferiche sono interessate? Andiamo a distinguere, fermo restando che è posibile combinare varie soluzioni.
Drive esterno vs. NAS
L’avevamo già nominato il disco esterno, spontanea evoluzione della più contenuta chiavetta USB, e se lavori in una società di medie dimensioni è un metodo particolarmente pratico e sbrigativo, per giunta facilmente trasportabile al di fuori dell’ufficio. Alcuni modelli hanno addirittura un programma incorporato per la copiatura periodica.
Certo, si tratta di aggeggi delicati, sensibili a piccoli colpi e a loro volta soggetti ai cambiamenti atmosferici o elettrostatici. Meglio allora confidare in un NAS, che di dischi (condivisi) ne contiene tanti (e se se ne rompe uno, gli altri non ne restano intaccati)? Dipende: è un sistema che consuma pochissimo (quindi, tenerlo in funzione di notte non è dispendioso), ma è pur sempre un apparecchio unico, esposto a danni o ruberie.
Il fascino dei tape changers e dei data cartridges
Un vecchio stereo che può contenere molte musicassette: è un’immagine che rende l’idea del meccanismo dei tape changers, che immagazzinano i file accumulati in una giornata di lavoro. È una tecnologia ancora in fase di sviluppo, e perciò costosa. Ne esiste già una versione più capiente, i data cartridges, che contengono dei mini-hard disks.
In entrambi i casi, parliamo di oggetti separabili, che possono essere portati all’esterno da un responsabile alla chiusura dell’ufficio. Altro vantaggio: dopo la registrazione dei dati, si disconnettono automaticamente.
E alla fine arriva il cloud
Ovviamente si può contare anche sui server remoti o clouds, cioè delle memorie virtuali che, implicitamente (e al contrario degli apparecchi fisici), non necessitano di aggiornamenti o controlli (di cui si occupano i detentori del servizio). Si pagano in base all’uso. Logicamente, per goderne è imprescindibile una solida, continuativa connessione: ce l’hai?