Lo psicologo ingenuo che è in noi, ha talvolta intuizioni fondate, ma altrettanto spesso ci porta a seguire credenze totalmente sbagliate.
E’ questo il caso di certe convinzioni sulla memoria visiva, spiega il Dott. Cosimo Santi Psicologo Firenze, per le quali molte persone credono che il semplice fatto di assistere a una scena implichi automaticamente la sua fedele memorizzazione.
Numerosi studi sulla testimonianza hanno dimostrato che chi ha assistito ad un crimine, pur avendo l’impressione di avere un ricordo fotografico della scena, in realtà è capace di ricordare in modo esatto solo un numero ristretto di particolari.
Gli psicologi che si sono occupati di studiare la qualità dei ricordi dei visivi hanno evidenziato come ci possa essere una notevole differenza fra la convinzione soggettiva della fedeltà del ricordo e l’effettiva correttezza di quest’ultimo.
Ad esempio, uno studio condotto negli Stati Uniti ha evidenziato come di solito ci si senta molto sicuri di ricordi che riguardano stimoli familiari.
In una prima fase dell’esperimento, lo psicologo ricercatore ha mostrato a dei soggetti numerose foto di una casa, in tal modo questa è divenuta per loro un elemento estremamente familiare.
Nella seconda fase, a quegli stessi soggetti fu mostrata un’inquadratura della stessa casa inedita, mai vista prima. Interrogati sulla nuova fotografia, i soggetti non solo erano convinti di averla già vista, ma erano più sicuri di questo ricordo errato rispetto ad altri soggetti che avevano realmente già visto quella foto.
Secondo gli psicologi esistono fattori metacognitivi che possono indurci in un’errata sicurezza.
Il primo fattore riguarda la convinzione che la nostra memoria funzioni come una macchina fotografica. La conseguenza è che ci aspettiamo di ricordare in modo fedele e preciso le forme degli oggetti, i colori, le dimensioni e le disposizioni spaziali, come avviene con una foto.
Il secondo fattore riguarda la nostra interpretazione degli eventi. Poiché le scene a cui assistiamo vengono associate la nostro sistema di conoscenze, ne deriva che quanto più facciamo riferimento a questo sistema, tanto più incrementiamo la certezza di essere nel vero.
Tutti noi possiamo verificare l’esattezza di questi assunti. Quante volte rimaniamo di stucco di fronte a domande che riguardano la nostra esperienza visiva? Quanto volte ci rendiamo conto di aver guardato le cose con distrazione o approssimazione? Sta di fatto che gli scherzi della memoria visiva si riscontrano nella vita di tutti i giorni.
Ad esempio, quante volte abbiamo visto un biglietto da 10 euro? Si potrebbe pensare che il ricordo visivo di un oggetto tanto familiare sia perfetto. Non è così. Fate voi stessi la prova, naturalmente senza mettere mano al portafogli. Sarà già tanto se riuscirete a indicare il colore predominante. Ma a quali altri colori questo è associato? Da una parte della banconota c’è un disegno? Cosa rappresenta? Come è disposto? E’ un monumento, un paesaggio o un volto?
Una recente ricerca, afferma che solo tre adulti su cinquanta si ricordano con precisione la grafica della banconota. Per tutti gli altri intervistati i particolari dell’oggetto tanto familiare sono un mistero.
In oltre, è stato dimostrato che le persone che maneggiano soldi tutto il giorno come banchieri, cassieri, ecc., hanno un ricordo addirittura più scarso di quel che è rappresentato sulla banconota. Cosa che viola le leggi classiche della memoria, le quali ci dicono che la bontà dei ricordi di una figura, dipende dal numero delle sue presentazioni.